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Cara Rita
grazie per la bella lettera. Mi è piaciuto il riferimento a Erode.Un carissimo abbraccio a tutte di casa Rut da Dacia Maraini

Grazie perché anch’io condivido, come tante altre donne, questa amarezza, questa visione dei fatti. Mi sento impotente però perché sembra che tutto sommato vada bene così, così va il mondo,  coloro che si comportano così male nei confronti delle donne continuano ad essere sulla cresta dell’onda, sono votati, ammirati. Anche la Chiesa tace! Se parla lo fa con circospezione attenta a non offendere o attaccare il potere! Noi possiamo solo dire la nostra indignazione, secondo te cosa possiamo fare di più? Ancora grazie , buona domenica. Paola

A Suor Rita, responsabile della Casa Rut, Caserta.Ho seguito oggi la trasmissione “A Sua Immagine” e mi sento di doverLe manifestare tutta l’ammirazione e la gratitudine di mia moglie e mia per la testimonianza di vita che ci ha donato. Ci siamo ritrovati pienamente in tutto ciò che ha detto e che fa, con semplicità e profonda convinzione, per ridare dignità e (per quanto possibile) gioia di vivere a chi è stato negato sin dall’infanzia ogni diritto, primo tra tutti quello di essere amati. Le esperienze come la Sua rafforzano la fede e l’impegno concreto più di cento teoriche omelie domenicali.Il Signore rafforzi sempre più la Sua fede e quella dei Suoi Collaboratori. Enrico e Giuseppina Grasso.

Cara Sorella,
sono michela mancini vicepresidente dell’associazione Coalizione Italiana contro la Pena di Morte Onlus, una donna napoletana che da oltre 15 anni dedica una buona parte della propria vita al rispetto dei diritti umani nel mondo, di uomini e donne detenuti nei bracci della morte, e dedita negli ultimi anni soprattutto alla educazione alla legalità a partire dal mio territorio fino agli Stati Uniti, nella convinzione che la prevenzione è il migliore mezzo per sperare di avere un fututo migliore.Sono onorata di scriverLe questa sera dopo aver ascoltato la Sua lettera attraverso la trasmissione di Gad Lerner,mi sono davvero commossa, ed allo stesso tempo ero contenta che una donna consacrata avesse espresso in modo così forte la propria opinione. Grazie per il coraggio dimostrato e soprattutto per quello che dimostra ogni giorno nell’aiutare donne che altrimenti non avrebbero una spalla su cui piangere ed appoggiarsi.
So cosa significa sentirsi soli. Se con la nostra associazione possiamo in qualche modo darle un aiuto conti pure su di me per quello che potrò.Ancora grazie e…grideremo anche noi: NON TI E’ LECITO! Michela Mancini
www.coalit.it

Carissima Suor Rita,
Pochi minuti fa ho ricevuto una mail dal Prof. de Gaetano riportante la lettera che Lei ha scritto per Repubblica. Sono una studentessa di dottorato, lavoro in Belgio ormai da quasi 5 anni. Sono una di quelle ragazze che hanno scelto di lavorare sodo per cercare di capire chi sono veramente e per quale progetto (nel mio caso di Dio) sono nate. Ci tenevo semplicemente a ringraziarla, perché con semplicità e determinazione ha dato voce a quelle ragazze che aiuta ogni giorno, ma anche a tutte quelle che come me sperano che tutto questo sia solo un brutto sogno da cui risvegliarsi al più presto. Grazie perché forse oggi, come non mai, ho una gran voglia di non rinunciare ad essere onesta, giusta e sopratutto libera dalle schiavitù di ogni tipo. Coraggio per il vostro lavoro! tanti vi pensano e sono con voi!Benedetta.

A sr. Rita e alle sue sorelle dal Carmelo di Ravenna 1 febbraio 2011
Carissima sr. Rita,
la tua lettera, non si sa come, è riuscita a scavalcare anche i muri e le grate della clausura! Segno della vitalità e della grazia che porta con sé. Volevo dirti grazie, come donna, come sorella, come consacrata. E volevo mandarti il mio e nostro abbraccio, per essere più forti, più gioiose, più innamorate. in comunione,
madre Anastasia e tutte le sorelle

Cara sorella Rita e care sorelle della Comunità Rut,
vi scrivo da Cagliari; ho 66 anni e sono pensionato, felicemente sposato con moglie, tre figli brillantemente laureati che arrancano per vivere, e due splendidi nipotini. Mi professo cristiano, non cristiano arrivato, ma in formazione, in continua e faticosa ricerca del senso della vita. In questo mio cammino il buon Dio, sempre così lontano eppure sempre così vicino, mi ha fatto incontrare nel 2006 il piccolo fratello Arturo Paoli, che in qualche modo ha stravolto la mia vita. Da quel momento ho scoperto che la parola di Dio mi veniva incontro attraverso la parola di un uomo, quella di fratello Arturo appunto. Mi sono immerso nel lavoro silenzioso di ascolto e di trascrizione delle riflessioni di questo grande vegliardo, che i suoi 98 anni li porta con qualche acciacco ma con grande leggerezza. Ho già curato un libro pubblicato nel dicembre 2007 che s’intitola Svegliate Dio!, e in questi giorni è stato dato alle stampe un altro libro dal titolo Dio nella trasparenza dei poveri.

Fatta questa breve presentazione, vi scrivo per ringraziarvi veramente di cuore per la bellissima e coraggiosa lettera aperta che avete pubblicato il 27 gennaio. Mi ha fatto molto bene. Soprattutto perché proveniente da un gruppo di donne, per di più consacrate, espressione quindi di una voce che si alza forte dall’interno della Chiesa, per stigmatizzare in modo chiaro non solo i comportamenti abominevoli che ci vengono offerti dalle “ville” del potere, ma anche i silenzi di tanti, compresi quelli delle alte gerarchie vaticane abituate più a sussurrare che a parlare con chiarezza. Gli esponenti di queste ultime – Segretario di Stato, Presidente della CEI, arcivescovi e vescovi – sono abituati a parlare un linguaggio curiale, dicono e non dicono, col risultato di offuscare e confondere di più le coscienze di tutti. Soprattutto, sono esecrabili i loro comportamenti, quelli che in questi anni hanno benevolmente e ossequiosamente riservato al presidente del consiglio, sostenendolo, appoggiandolo, partecipando ai suoi banchetti, con un solo obiettivo: ottenere i suoi favori. Povera Chiesa, come l’hanno ridotta male quelli che si fanno chiamare pastori! Possibile che non si rendano conto del male che fanno e dello sconcerto, anzi dello scandalo che provocano nelle persone? Meno male che ci sono anche altri uomini di Chiesa che hanno la dignità e la forza d’animo di levare forte la loro voce per dichiarare che essa “non può tenere rapporti di amicizia con l’attuale governo”, come ha recentemente fatto l’ottimo mons. Nogaro, dando una bella testimonianza evangelica che ci rincuara in mezzo a tanta tristezza.
Giustamente voi osservate: “Dove sono gli uomini, dove sono i maschi? Poche sono le loro voci, anche dei credenti, che si alzano chiare e forti. Nei loro silenzi c’è ancora troppa omertà…”. Avete ragione, ma spesso mi sono chiesto: dove sono gli uomini di Chiesa? Si contano sulla punta delle dita quelli che hanno la forza di levare chiara e forte la loro voce. Perché? E’ triste riconoscerlo, ma la ragione è una sola: sono conniventi col potere, hanno troppi interessi economici da tutelare. E poi, i preti in particolare, vorrebbero anche parlare, parlano anche ma in camera caritatis , di nascosto, perché sono bloccati dalla paura. Con buona pace delle esigenze evangeliche.
Anch’io sono stato contagiato dalla rassegnazione, nella consapevolezza che una flebile voce ha poche o nessuna possibilità di incidenza. Poi, la vostra lettera mi ha dato uno scossone, ho preso carta e penna e ho scritto la lettera allegata al cardinale Bagnasco. Naturalmente non ho alcuna pretesa di modificare il suo pensiero, ma mi sono convinto che sia opportuno che questi pastori sussurranti conoscano il nostro. Mi auguro che siano in molti a scrivergli, fino ad intasare il suo computer, nella speranza che possa “convertirsi”. Chissà, ma ne dubito molto! Credo invece fermamente che lo Spirito del Signore sia col suo popolo, ascoltati il grido che si leva sempre più forte, e alla fine intervenga per aiutarlo a liberarsi dal nuovo Erode.Grazie ancora e saluti cordiali.

Dino Biggio

 

www.peacelink.it/mosaico

Che pena andare all’estero e sentirsi ripetere sempre le stesse domande! Sulla politica italiana e sulle scelte degli elettori. Sulle abitudini dei politici e sul livello di corruzione. Sulle mafie e sulle loro complicità, contiguità, affinità… No. L’Italia non è tutta presa in ostaggio dietro il cancello di una villa di Arcore e non viaggia sotto scorta e tantomeno si lascia frequentare da escort.
Al mattino lungo i binari della stazione, tra i pendolari della
scuola e del lavoro, siamo un Paese normale. Attorno alla tavola della domenica e tra gli scaffali del supermercato siamo un Paese normale.
All’alzare delle serrande e dietro il rumore di un trattore siamo un Paese normale. E scopriamo un Paese migliore quando conosciamo organizzazioni di volontariato che si spendono in silenzio per disabili, carcerati, anziani. Quando un gruppo di medici decide di turnarsi in un villaggio africano per curare i figli della fame.
Quando un’insegnante accompagna un gruppo di scolaretti in un museo e quando non rispetta i ritmi del programma e racconta dei morti di mafia e dei sopravissuti. Gente senza medaglie e senza copertine lucide sui settimanali. Gente che siede sulle sedie di casa e non è mai stata ospite di un talk show. Gente normale. Gente migliore in un Paese normale.
1 febbraio 2011 – Tonio Dell’Olio
Mosaico dei giorni
Voglio un Paese normale

Grazie a suor Rita e sorelle per quello che hanno scritto nella “lettera aperta”- Forse tocca a noi donne, come a Maria del sepolcro vuoto, rassicurare i fratelli un po’…distratti. Con affetto, Anna

 

Carissima Suor Rita,
ho letto la tua lettera, l’ho vista rimbalzare sulle pagine dei quotidiani e dei periodici e vorrei ringraziarti sinceramente per ciò che scrivi, per come lo scrivi. C’è dentro la scrittura, al di là dei termini fermi della denuncia, una forza del cuore, un vero bisogno di speranza, per sé, per le ragazze, per tutti. Una speranza che sembra così offuscata oggi da una situazione sociale e politica che non è solo difficile e preoccupante, ma soprattutto confusa, senza alcun segno di chiaro orizzonte di senso. E’ questo ciò che più preoccupa, la mancanza di una rotta, qualsivoglia, di un vero progetto di idee. Una tale confusione, che risponde ad un disegno, ovviamente, non politico, non partitico, non di una corrente o di un movimento di opinione, ma fondato sugli egoismi e sui profitti, senza idee, puramente istintuale, è spaventosa. In questo contesto la tua voce così chiara, così limpida e sentita, e soprattutto la tua opera, inequivocabilmente  tesa alla salvezza della vita e dell’anima, mi paiono un miracolo dello spirito e della tenacia, della vera, migliore umanità, ma anche della vera fede. Grazie, carissima Suor Rita.
Grazie di cuore, Giorgio Agnisola
COMMENTI all’art. www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti

Grazie Suor Rita, il tuo intervento mi ha rallegrato. Noi aiutiamo le persone a VIVERE. Ho una comunità (Talita) per ragazze adolescenti in altissimo rischio. E lui fa vergogna all´Italia. Non è un presidente,ma un maschiaccio che si sente impunibile e intoccabile. Una preghiera. scritto da Mons. LUIS Pescarmona 1/2/2011 3:45

Brava, con 4 parole hai saputo esprimere tutto lo sdegno che provo, come donna e come mamma: “NON TI E’ LECITO”. Grazie Suor Rita. Elda scritto da elda 1/2/2011 8:27

Sto navigando alla ricerca di parole come queste. Grazie Suor Rita. E il 13 febbraio andrò in piazza a testimoniare il mio BASTA! scritto da FIORELLA 1/2/2011 8:46

GRANDE! Suor Rita meriteresti le prime pagine dei giornali, come è possibile che dalle donne del PDL non si levi neanche un sussurro!,non dico un grido che per loro sarebbe troppo. NON E’LECITO E’ UN GRIDO CHE DOVRA’ ESSERE GRIDATO CHIARO E FORTE. GRAZIE ANCORA scritto da cattolica grillo 1/2/2011 10:46

Consenzienti o non consenzienti, calunnie o verità, voto o non voto… mah! Fin dall’inizio di questa storia mi è venuto in mente che “la moglie di Cesare dev’essere al di sopra di ogni sospetto” e figuriamoci Cesare, allora! A me Suor Rita sembra una gran donna e, come credente, una buona cristiana. Non ha abboccato a nulla ed ha semplicemente ragione: non tutto è lecito ai potenti e neanche alle loro cortigiane. scritto da Lì 1/2/2011 11:5

Suor Rita secondo me assomigli a Rosy Bindi. scritto da anonimo 1/2/2011 13:7

Grazie Suor Rita, molti “uomini” non comprenderanno, per molti di loro i sogni in un cassetto sono di avere un harem e chiaramente tanti soldi per permettersi qualsiasi cosa, forse é in questo solo modo che esprimono la “virilità” che dovrebbe essere tutt’altra cosa. In Italia le donne che sono madri, mogli e che lavorano fuori e dentro casa sono la maggioranza per fortuna, e anche se cè molta strada da fare e soprattutto di fatica comprendiamo benissimo il suo messaggio e siamo d’accordo. Per chi come al solito .. chiude il discorso con “sono consenzienti” desidererei sentir anche dire che ciò non giustifica il comportamento di chi ha cariche istituzionali e che dovrebbe doverosamente dare l’esempio al proprio Paese; cosa pensano quei ragazzi che sono in Afganistan? cosa può pensare una persona che lavora 12 ore al giorno per mille euro al mese? e soprattutto non chiediamo rigore e serietà la dove per primi non lo abbiamo. scritto da manuelaE 1/2/2011 13:35

La lettera è veramente bellissima ed emozionante. Per chi è cattolico come me ed ha anche la sensibilità di coglierne l’essenza ha un valore ancora più grande e assume anche un significato di risveglio dei cattolici contro le assurde posizioni tenute in questi anni dalle gerarchie ecclesiastiche nei confronti di un potere temporale fortemente relativistico. Anch’io allora mi unisco al coro: “NON TI E’ LECITO!”. scritto da Omar 1/2/2011 14:2

Una suora e Berlusconi. Una suora così è un gigante. Quindi un gigante e un nano (non mi interessa l’altezza fisica ma quella morale)! scritto da Altiero 1/2/2011 14:24

Finalmente la veritàààààààà!(per dirla come Zavattini). Dopo le prudentissime parole del cardinal Bagnasco ci voleva una “modesta” suorina per cantarle al potente di turno. scritto da maurococ 1/2/2011 17:55

NON TI E’ LECITO! Questo è ciò che le gerarchie (ben gli sta questo appellativo) ecclesiastiche dovevano SEMPLICEMENTE gridare. I “credenti maschi” sono innanzitutto loro, o ancora non si è capito? Compresi i miei punti di riferimento, come ad esempio il cardinale Tettamanzi, che in questo caso si è rivelato un profeta di retroguardia (che è un ossimoro). Certo, a prendere posizione per tempo e chiaramente (“sì, sì, no, no, tutto il resto viene dal Maligno”) e non col bilancino tanto-di-qua-e-tanto-di-là ci vuole coraggio, compreso quello di andare contro il pensiero dominante papa-CEI, di smetterla di accettare il denaro dei potenti (puzzolente, altro che “non olet”). Capisco, a Giovanni hanno tagliato la testa,…ma se la Chiesa istituita perde la capacità profetica, che altro ci sta a fare? Magari a tappare la bocca a chi esercita la profezia dal basso?”A cosa serve il sale se perde il sapore? o la luce se sta sotto il moggio?” Credo che, oltre a Berlusconi, se ne debbano andare tanti bei prelati dalla vita comoda (“cominciando dai maggiori”), facendo una buona volta posto a donne degne, e ce ne sono certamente più di tali maschi! Se questa chiesa vuole tornare ad essere di Cristo, questo è il suo futuro. Grazie, suor Rita! scritto da caris 1/2/2011 19:19

Gustavino, lei e tanti altri cittadini come lei siete la prova fatta persona del motivo per cui l’Italia ha una classe dirigente di questo livello,la prova che l’Italia ha quello che si merita. Temo purtroppo che Berlusconi possa stare tranquillo. Finché gli italiani continueranno ad essere un gregge (prima che un popolo) fatto di automi di questa risma Berlusconi continuerà ad avere una proficua carriera politica…sempre che non sia lui un bel giorno a fare la fesseria di esagerare con il Viagra…Ma anche in quel caso ce ne sono ancora di barzellettieri pronti a prendere il suo posto. Gli italiani hanno quello che si meritano e temo passerà molto tempo prima che inizino a meritarsi di meglio. Da un popolo di basso profilo non si può pretendere di tirare fuori una classe dirigente d’elite. Questa è l’amara verità. scritto da Lettore qualunque 2/2/2011 0:9

www.unita.it/donne/dove-siete-donne-diciamo-ora-basta

Dove siete donne? Diciamo: «Ora basta»

Sono sicura, so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga. Sono certa che la prostituzione consapevole sia la scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza. È dunque alle altre, a tutte le altre donne che mi rivolgo. È il momento di rispondere forte: dove siete, ragazze? Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete. Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche, del Nord o del Sud, donne figlie di un tempo che altre donne prima di voi hanno reso ricco
di possibilità uguale e libero, dove siete? È il momento di dire: «Ora basta» Concita De Gregorio

www.filomenainrete.com

•  tarcs: Carissime Amiche di FILOMENAINRETE,
grazie di cuore per aver dato visibilità a questo grido forte che noi religiose portiamo nel cuore, con grande dolore per tante donne che vengono colpite nella loro dignità di esseri umani e di creature preziose agli occhi di Dio. E’ dal cuore che esce questo grido e anch’io come donna consacrata e missionaria, sono in piena sintonia con sr. Rita di Caserta e con sr. Eugenia Bonetti, per sostenere la difesa della vita di tante donne che nel mondo e in diverse situazioni non vengono rispettate e riconosciute. Ci sono anch’io e sono convinta che insieme possiamo come donne dire e far sentire il grido di dolore che ci portiamo dentro, perché da questo forte dolore nasca per la forza dell’Amore che Dio ci da come generatrici di vita una vita più degna e più piena per tutte le donne capaci di rigenerare vita sempre e ovunque. Grazie di cuore per camminare insieme. vostra sr. Tarcisia

•  lidia castellani : Grazie per queste bellissime parole, da laica sento il bisogno di camminare sul ponte che avete costruito, a scendere in piazza per difendere la dignità delle donne italiane ci saranno anche i membri del gruppo FB ´Le nostre figlie non sono in vendita´, venite a trovarci, e se volete, lasciate il vostro saluto, c´e´una bella discussione! lidia

•  maria giulia villarini: Mi ritrovo completamente nelle parole di suor Rita e suor Eugenia, che vivono su campo la grande tragedia,trasversale purtroppo a troppa parte di mondo, della discriminazione delle donne. E’ ora di levare un grido planetario, di scuotere le coscienze maschili, di capire perché gli uomini ci temano tanto e perché si siano così poco evoluti. La richiesta determina l’offerta e l’inaudito incremento della prostituzione dice tutto. Di che parliamo, allora? Non è solo una questione politico-istituzionale (sacrosanta), ma è un modello culturale che perdura. Mestiere più vecchio del mondo, machismo, gallismo: poveri uomini, CHE SQUALLORE!!!

•  nicola giuliani: Grazie Suor Rita,grazie Suor Eugenia,avevo già letto le vostre lettere sul sito “missionline.org“ ; riascoltare una di esse,letta da una brava e sensibile attrice,nella trasmissione di Gad Lerner è stato toccante. Credo sia ora che le parole del vangelo risuonino opportunamente nei casi concreti e non solo in riti formali,che contribuiscono spesso ad addormentare le coscienze. L’immoralità è dilagante,specie nelle alte sfere,come pure la corruzione e la dilapidazione sfrenata del denaro pubblico. L’abbandono della famiglia ad un triste destino è una delle più visibili conseguenze. La natalità e i matrimoni vanno, specie in Italia,sempre più diminuendo. Quale il destino dell’Italia in questo I° secolo del terzo millennio? Forse è proprio il momento che le donne prendano coscienza e iniziativa sui temi che più affliggono la nostra società e che si riflettono inevitabilmente e dolorosamente sulle nuove generazioni. La Chiesa dovrebbe svegliarsi,sottrarsi al ricatto evidente dei politici,abbandonare per sempre la diplomazia negativa,ed essere Lei stessa,con Benedetto XVI (che non ha avuto paura già da Cardinale di far pronunciare parole forti e strazianti di autoaccusa nella Meditazione e Preghiera,alla IX stazione della via Crucis del 2005), concreta,veritiera,testimonianza e autorevole punto di riferimento di valori spirituali e morali.

•  anna maria :Credo nell’impegno di tante donne che soffrono perché il valore della vita non venga calpestato e banalizzato, ma anche negli uomini nostri compagni di viaggio in questo mondo così ricco di contraddizioni che sono sensibili e non ci lasciano sole nel difendere la speranza del nostro futuro. La nostra dignità nessuno potrà togliercela se ogni giorno ci rivolgiamo a chi ci ha donato tutto:la vita, la dignità, i figli,lo sguardo puro della coscienza, tutto. Nessuno tranne che noi stesse se decidiamo per un solo istante di non essere più donne, figlie, madri, spose…. specchio della Sua gloria.

•  AMBRA :che commozione nella trasmissione di Gad. Farò il possibile per farla leggere a tutti. Ambra

•  anna alonzo : sono assistente sociale missionaria. lavoro a Palermo alla Lumsa per la formazione di nuovi assistenti sociali, ma la sera per strada con senza fissa dimora e donne, specie straniere, vittime della tratta. Mi piacerebbe raccordarmi in modo serio con voi per fare qualcosa insieme. grazie Anna Alonzo tel 3338127323

•  Gabriella De Gennaro : Ho sentito la lettera aperta “Non ti è lecito” letta molto efficacemente alla trasmissione di Gad Lerner “L’infedele” Sono rimasta colpita. Parole forti e necessarie sono risuonate nell’etere, spero che producano un sussulto come è avvenuto per me. Sono anziana, non ho esperienza di manifestazioni, ma sarò in piazza il 13 febbraio. Non è più possibile sopportare stili e modelli di vita vuoti di senso e distruttivi. Noi donne, e con noi tutti gli uomini con spirito critico, capaci di discernimento, dobbiamo farci vedere e sentire. Grazie suor Rita, a presto in piazza, Gabriella

•  anna maria :Grazie alle due suore per la testimonianza forte, che con il loro si, sono capaci di rendere svegliando le coscienze di tutti e, grazie anche all’azione dello Spirito Santo che le rende capaci di cose umanamente insostenibili.
Non dimentico nella preghiera la comunione con il loro operato, la loro realtà richiede almeno la preghiera di ciascuno che si sente attraversato da tale bisogno profondo di vivere per l’essere e non per l’apparire.

•  ida manildo :grazie! grazie allo Spirito che soffia e …scompiglia e…spettina.. grazie per l’entusiasmo dell’amore..che contagio può creare! Credo in una Chiesa migliore..ci sono molti segni..un abbraccio ida

•  indian :sì, la gerarchia è lontana dal Vangelo… sta scritto “I pubblicani e le prostitute vi precederanno nel regno di Dio”… e sono quei noncredenti che pur da posizione scomoda si sono indignati pubblicamente contro queste rappresentazioni di decadentismo fascista, mentre loro si nascondevano dietro le colonne vaticane seguendo la ragion di stato e non le parole di Sant’Angela Merici…
Come potremo difendere noi credenti la parola del Signore, se quelli chiamati dagli uomini a rappresentarla la disattendono screditandoci…

www.caffenews.it

CRITICA DI UN LETTORE ALLA LETTERA DI SR RITA E REPLICA DI UNA LETTRICE

Guglielmo 1 febbraio 2011 alle 23:28

Non sono per niente d’accordo. Tralasciando i casi in cui le prostitute sono vittime della criminalità organizzata, quindi costrette a subire imposizioni e maltrattamenti di ogni genere, chi sceglie di sfruttare il proprio corpo per un ritorno economico sta soltanto esercitando una forma di libertà individuale, che va garantita e giudicata con il massimo rispetto. Di conseguenza, ritenere che i clienti di una escort (visto che oggi vanno molto di moda) offendano l’immagine della donna o addirittura ne soffochino il cammino e le aspirazioni, è un giudizio del tutto privo di obiettività, perchè ci sono ragazze che preferiscono vendersi al potente di turno piuttosto che sgobbare in fabbrica dove magari lo sfruttamento è all’ordine del giorno ma non fa scandalo.

Replica

2 febbraio 2011 alle 20:36

Caro Guglielmo, è con grande dolore che leggo quello che hai scritto, perché dici cose che purtroppo pensano in molti e che sono il simbolo di una sconfitta culturale, morale, umana. Una ragazza può fare la escort per mille o miliardi di motivi che a me non interessano, ma un uomo che paga una donna o una donna che paga un uomo offende la sua dignità trasformando quello che è essere umano in merce. sai caro Guglielmo, credo che chiunque quando vende il suo corpo abbia motivazioni gravi e dolorose, pure la escort che decide di non sgobbare in fabbrica (come la dici tu), ma credo pure che chi decide di usufruire di quel corpo sia il peggiore dei colpevoli. Non ci sarebbero escort se non ci fossero clienti. Il più grande colpevole è chi rimane in silenzio, complice di un reato che lui non ha creato ma che non condanna, anzi alimenta.

 

3 febbraio 2011 alle 21:41

Sante parole, anche in considerazione di chi le scrive! Chi ha figli adolescenti al giorno d’oggi, ed è il mio caso, sa bene cosa significa aprire la televisione, i giornali o le riviste sperando di non doversi vergognare. Ormai anche la più banale delle trasmissioni ha il suo balletto di seminude e l’ultimo dei giornali gigantografie di belle in pose ammiccanti; per non parlare delle riviste che vivono
quasi esclusivamente di pubblicità che nella maggior parte dei casi esemplifica il bello con indumenti sempre più striminziti ed inesistenti. Per me non è più soltanto una questione di dignità femminile, ma di sano orgoglio maschile che si dovrebbe essere stufato di essere turlupinato da immagini che non corrispondono assolutamente alla realtà. Donne dove siete e uomini quando vi svegliate?

 

3 febbraio 2011 alle 19:45

Ce la prendiamo proprio contro al mercificazione. Non si può ridurre tutto al denaro. Ci sono cose che non sono vendibili perché valgono incommensurabilmente più dei soldi: cose come la dignità, e come il corpo. Vendendolo io lo alieno da me stesso/a, eppure è la cosa più preziosa che ho. Mercifica chi si comporta da negrerio (anche se indossa abiti di cashemire), mercifica chi per ricavare piacere (??) si rivolge al corpo di una prostituta, chi induce gli altri a prostuirsi, chi si prostituisce. Lo spirito con cui queste persone agiscono è simile a quello di chi per speculare, lui, devasta territori, le acque, il tessuto sociale di una regione, la sua fauna, la vegetazione. L’avere a qualsiasi costo. Questo attacchiamo. Integralisticamente attacchiamo.

robertocarlomalfatti scrive:

3 febbraio 2011 alle 23:55

Si può vivere benissimo limitandosi a pranzare all’ora del pranzo, non vendendosi e non comprando gli altri, facendo le persone serie e tenendo comportamenti consoni alle responsabilità che abbiamo. Senza millantare niente, limitandosi a proporsi per come si è. Cercando di fare bene le cose e di fare il bene delle persone. Senza parrucchino, senza zigomi e labbra rifatte, senza conti offshore, senza stuoli di avvocati sempre e ovunque. Avendo il coraggio di guardarsi allo specchio soltanto per farsi la barba e pettinarsi, non per chiedergli in continuazione: “specchio specchio delle mie brame…”. Cercando di fare di tutto per meritare l’affetto che ci viene dato gratuitamente, rendendosi conto che è un prodigio incredibile che proprio a noi qualcuno voglia così tanto bene. Senza macchinare, senza immaginare in continuazione come fare a stritolare chiunque noi riteniamo sia un ostacolo per noi. Senza promettere, per farsi popolari, cose impossibile da mantenere, ammettendo i nostri insuccessi, specialmente quando sono evidenti come la luce del sole a mezzodì nel deserto del Sahara. Senza dare sempre la colpa al destino cinico e baro e a comunisti incalliti sono rimasti sempre gli stessi. Capito Signor Vanitoso? Ci provi, mi dia retta, faccia quel famoso passo indietro che in tanti le chiedono e provi a cercare un po’ di pace.

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www.dailyblog.it/caso-ruby-su-blog-diocesi-di-pistoia-suore-chiedono-dignita/01/02/2011/

loretta giuntoli 2011/02/02 – 14

Condivido pienamente il pensiero di Suor Rita e sono estremamente lieta che si sia alzata una simile voce,voglio aggiungere una altra riflessione:in un momento in cui molte famiglie non riescono ad arrivare in fondo al mese e perdono anche il lavoro,è accettabile che un signore,che ha avuto la possibilità di” accumulare tante ricchezze” in un numero di anni relativamente breve,usi del “suo” danaro in modo così sfacciato e per i fini che vengono così ampiamente indicati?

donnedellarealta.wordpress.com/2011/01/31/lettera-aperta-da-caserta-delle-suore-di-frontiera-«a-erode-gridiamo-non-ti-e-lecito»/

antonella , on 31 gennaio 2011 at 9:21 pm

da non cattolica ma da donna che crede nella dignità e nel valore di ogni singolo essere umano, grazie. Grazie suor Rita per aver espresso così bene sentimenti che sono dentro molte di noi in questo momento. E se è riuscita a farlo con tanta chiarezza è perhè lei ha la mente e il cuore puliti, contrariamente a tanti che come lei stessa fa notare, rimangono in silenzio.

 

pat , on 1 febbraio 2011 at 5:12 pm said:

Come donna la ringrazio per aver avuto il corraggio di prendere carta e penna e di aver fatto sentire in maniera chiara e con grande forza la sua opinione.Opinione condivisa dalla maggior parte delle donne.Donne che ogni giorno operano in mille modi, spesso in silenzio e con grande dignità!

1 febbraio 2011 at 9:08 pm said: Emanuela Baio, senatrice Pd

“Baio (PD): Rispettare la dignità della donna: i senatori escano dal silenzio.

“E’ stato inviato a tutti i senatori uomini l’appello di Suor Rita Giaretta e di Suor Eugenia Bonetti, per recuperare la dignità e l’identità della donna”. Lo rende noto la senatrice del PD Emanuela Baio. “Stanno iniziando ad arrivare le prime osservazioni di senatori che hanno raccolto l’invito di ‘uscire dal silenzio’. Speriamo che questo sia l’inizio di una nuova pagina di storia che possa vedere finalmente unite donne e uomini per costruire un mondo migliore ed esprimere un impegno per il bene comune che sia degno di questo nome.
L’appello risveglia le coscienze, speriamo anche di molti senatori, ed è l’invito per la manifestazione di domenica 13 febbraio”.

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