lettera a Giovanni Paolo II

Carissimo Santo Padre,

 siamo 5 Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria (VI) che da 9 anni hanno dato vita a Caserta ad un centro di accoglienza, “Casa Rut”, per giovani donne immigrate, sole o con figli, che si trovano in gravi situazioni di disagio e/o sfruttamento.

Noi religiose, insieme a queste donne provenienti da tanti paesi: Marocco, Burundi, Albania, Romania, Ucraina, Russia, Moldavia, Senegal, Nigeria, Polonia coltiviamo nel cuore un grande desiderio di pace. Insieme a queste giovani donne e ai loro bambini, pur di razze, religioni e culture diverse, siamo sempre state presenti a tutte le iniziative e a tutte le manifestazioni per la pace, compresa quella storica del 15 febbraio 2003. E proprio all’indomani di quel grande evento, vissuto con viva partecipazione e speranza, avevamo scritto una lettera ai Presidenti: dello Stato, del Senato, della Camera e della Regione Campania ricevendo risposta dal Presidente della Camera, Casini e dal Presidente della Regione Campania, Bassolino, anche se, come Lei ben sa, nelle risposte dei politici difficilmente troviamo delle chiare linee di assunzione di impegno. Riporto alcuni stralci di quella lettera: “Noi, donne insieme per la pace, sentiamo con il cuore e, per dire biblicamente con le “viscere” che nel desiderio di pace che si fa impegno serio e responsabile per la giustizia c’è l’autentica speranza di vita per l’umanità. Noi tutte che sappiamo guardare con gli occhi dei nostri figli, con gli occhi di tutti i piccoli e gli oppressi, di tutti coloro che non contano e non hanno voce, sappiamo che il futuro di ciascuno e di tutta l’umanità intera sta nel percorrere insieme con consapevolezza e coraggio i sentieri del dialogo, del rispetto e della valorizzazione delle diversità, della riconciliazione, della non violenza e dell’autentica ed evangelica solidarietà tra i popoli. Caro Presidente, noi sappiamo di essere piccole, di non contare, ma nel cuore che batte per la pace abbiamo la viva certezza che anche i piccoli e gli umili sono indispensabili per far brillare le sfumature dei tanti colori dell’arcobaleno”( 16 febbraio 2003)

Ma oggi, carissimo Santo Padre, assillate da drammatici eventi e da continue immagini di morte e di aberranti violenze, insieme a tante donne e uomini amanti della pace, ci sentiamo confuse, smarrite e strette da sentimenti di sofferenza.

Davvero grande è l’indignazione che viviamo. Uno smarrimento e un’indignazione accresciute anche dal fatto che spesso gli stessi uomini di Chiesa, di coloro che sono stati chiamati a guidare e a sostenere il popolo dei credenti, non hanno il coraggio della verità. Non hanno il coraggio della profezia, non sanno più annunciare tutto il Vangelo della Pace. Cristo è il Principe della Pace, ma come possiamo noi cristiani, parlare di guerre giuste, della necessità di guerre preventive; come possiamo camuffare operazioni militari, situazioni di autentica occupazione con operazioni e missioni di pace? Non si porta pace e umanità con le armi altrimenti, come è successo, le feste di nozze si tramutano facilmente in cerimonie funebri. Non si porta vita e speranza con logiche di violenza e di morte. Il Cristo ha detto e anche oggi la sua voce risuona e palpita nel cuore di chi lo ascolta “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” Gv 10,10.

Carissimo Santo Padre, abbiamo bisogno di verità, i popoli, la gente semplice, i veri credenti hanno sete di verità. La Verità è Cristo e lei Santo Padre ci insegna che il Risorto, con la sua vita totalmente donata ha dato inizio al suo Regno di Giustizia e di Pace. Qui sta tutta la novità e la bellezza del Vangelo, incarnare la nuova legge dell’amore. Un amore che ci spinge fino alle estreme conseguenze e che ci porta a praticare la riconciliazione, il perdono, l’amore ai nemici, la com-passione fino al punto di donare la vita.

Santo Padre a volte proviamo ad immaginare come sarebbe oggi il mondo se la risposta all’11 settembre del 2001, fosse stata, da parte di noi popoli occidentali cristiani un alto grido, pur straziato dal dolore, di perdono. Ma è forse follia essere cristiani fino in fondo e seguire le orme del Cristo che nel momento più drammatico della sua vita terrena si rivolge al Padre invocando il perdono per tutta l’umanità “ Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno ”? ( Lc 23,3)

Santo Padre, continui ad essere questa voce di Verità, continui a gridare a tutti i popoli della terra che il bene assoluto dell’umanità è la Pace. Continui a porre gesti che manifestino l’indispensabilità dell’apertura del cuore all’amicizia con le nostre sorelle e fratelli musulmani. Ma continui ad essere anche un pungolo per noi popoli ricchi “ duri di cuore ” che per vili interessi o forse proprio perché noi ne siamo la causa, non vogliamo fare l’unica e vera grande battaglia contro la fame e le tante forme di povertà.

Noi, gli ‘ostinati della pace’, continueremo questo nostro impegno. Tutti i sabati del mese di maggio, insieme al nostro pastore e padre, il Vescovo Raffaele Nogaro, a sacerdoti, religiose e religiosi, credenti e laici, siamo presenti in varie piazze della città di Caserta con il segno-simbolo della Tenda della Pace, per chiedere a Maria, invocata dalla Chiesa e dai credenti come Regina della Pace, di guidare i nostri passi sui sentieri della vita.

Carissimo Padre, da tutte noi, religiose, giovani, mamme e bambini un grazie di cuore unito ad un affettuoso e colorato abbraccio di pace e di bene. Bog Ci blogoslawi!

Comunità Rut – Suore Orsoline SCM

insieme alle giovani, alle mamme e ai bambini

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